Pubblicato uno studio pluriennale che ha portato all’individuazione, nell’area epidemica salentina, di nuovi genotipi di olivo resistenti a Xylella fastidiosa e su cui sono attualmente in fase di avvio le valutazioni agronomiche.
La maggioranza dei semenzali spontanei selezionati nell’ambito del progetto ResiXO finanziato dalla Regione Puglia ha fenotipo resistente o
tollerante all’infezione ed è risultato avere Leccino come genitore.
Resistenza che il Leccino è stato in grado di trasmettere alle progenie anche quando si è incrociato, a seguito di libera impollinazione, con le due cultivar suscettibili Ogliarola salentina e Cellina di Nardò. I dati molecolari indicano come la resistenza, sebbene multifattoriale, coinvolge il sistema di risposta dell’olivo a diversi livelli. Diversi geni per recettori di parete cellulare, Leucine-rich receptor kinase, Receptor like protein e Wall associated kinase sono sovraespressi nel corso di infezione, così come per gli enzimi deputati al controllo dei livelli di due ormoni chiave nella risposta immune delle piante, l’acido salicilico e l’acido jasmonico.
Strategica è anche l’individuazione di “geni di suscettibilità”, che possono essere adoperati come target in una prospettiva di gene editing finalizzato all’induzione di resistenza. Numerosi pertanto gli spunti e i risultati che andranno a dare impulso ai programmi di ricerca nazionali e internazionali quali BEXYL, OMIBREED e REACH-XY in corso presso gli stessi gruppi di ricerca e che nei prossimi anni hanno l’ambizione di contribuire allo sviluppo di nuovi genotipi di olivo resistenti sia con tecniche di miglioramento genetico tradizionale che con nuove Tecniche di Evoluzione Assistita.
Per approfondire il lavoro completo: https://www.frontiersin.org/journals/plant-science/articles/10.3389/fpls.2024.1457831/full